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Il surplus del consumatore e il surplus del produttore
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Il surplus del consumatore è quello ottenuto dai consumatori quando questi acquistano un bene a un prezzo di mercato competitivo piuttosto che al prezzo (più elevato) che sarebbero stati disposti a spendere per il bene stesso. Analogamente, il surplus del consumatore è quello ottenuto dai produttori quando questi vendono un bene al prezzo di mercato piuttosto che al (più basso) prezzo che avrebbero accettato per vendere il bene.
Nei mercati competitivi dei beni e servizi di consumo sono solitamente presenti molti produttori che vendono i beni, e molti consumatori che li acquistano. La partecipazione al mercato è più attraente per i produttori più alto è il prezzo a cui possono vendere il loro prodotto. La quantità del bene offerto sul mercato, quindi, aumenta all’aumentare del prezzo, e la curva dell’offerta è generalmente in salita. Per converso, la partecipazione al mercato è più interessante per i consumatori tanto più basso è il prezzo al quale possono acquistare il bene: per questo motivo, la quantità domandata tende ad aumentare al calare del prezzo, e la curva di domanda è generalmente rivolta verso il basso. L’equilibrio di mercato, composto dal prezzo p* del bene e dalla quantità q* acquistata e venduta, è determinato dall’incontro della domanda con l’offerta, ovvero dal punto in cui la curva di domanda e quella di offerta si incrociano.
Per quantità del bene inferiori a q*, i consumatori nel mercato sarebbero disposti a pagare un prezzo più elevato di p*. Nel punto di equilibrio, invece, sono in grado di acquistare e consumare tutta la quantità q* del bene al prezzo unitario p*. La differenza tra i prezzi più elevati che avrebbero pagato per le quantità inferiori, e quelle quantità inferiori al prezzo di p* è il surplus del consumatore. Si tratta di un guadagno per i consumatori in termini di valore che attribuiscono al bene in eccesso rispetto al prezzo che pagano per esso. Il surplus del consumatore è rappresentato nel grafico sottostante dall’area sotto la curva di domanda D che si estende fino al livello di prezzo p*.
Similmente, per quantità inferiori a q* del bene, i produttori del mercato sarebbero disposti ad accettare un prezzo inferiore a p*; ma nel punto di equilibrio sono in grado di vendere tutta la quantità q* del bene al prezzo unitario p*. La differenza tra i prezzi più bassi che avrebbero accettato per i quantitativi più bassi e quelli più bassi al prezzo di p* è il surplus del produttore: questo rappresenta un guadagno per i produttori in termini del denaro che ricevono per il bene in eccesso rispetto al prezzo al quale lo valutano. Il surplus del produttore è rappresentato nel grafico dall’area sopra la curva di offerta S che si estende fino al livello di prezzo p*.
Le dimensioni del surplus del consumatore e del surplus del produttore sono determinate dal rapporto tra le elasticità della domanda e dell’offerta. A parità di condizioni, più la domanda di un bene è elastica, più la curva di domanda sarà piatta e inferiore sarà il surplus del consumatore. I consumatori sensibili al prezzo non tendono a valutare i beni molto di più del prezzo che pagano per essi! Analogamente, più sarà elastica l’offerta di un bene, più la curva di domanda sarà piatta e più sarà ridotto il surplus del produttore. In un mercato perfettamente competitivo la curva di offerta è, nel lungo periodo, orizzontale (l’offerta è perfettamente elastica) e i produttori non ottengono alcun profitto: a questo punto, il surplus del produttore si ridurrà a zero.
Nella realtà, sia il surplus del consumatore che quello del produttore sono in qualche modo “nascosti”. Un prezzo di riserva è l’informazione privata dell’individuo che la tiene, appunto, riservata: quanto un consumatore sia disposto a pagare o quanto poco un produttore sia disposto ad accettare per un bene sono informazioni che verranno rivelate solo se questi due attori decideranno di scambiarsi effettivamente il bene a quei prezzi. Nondimeno, è possibile fare una stima dei surplus su entrambi i lati del mercato osservando i consumatori e i produttori che entrano ed escono dal mercato nel corso del tempo, oppure osservando cosa succede nel mercato in risposta a vari eventi come i grandi cambiamenti nei mercati per i beni correlati o gli interventi governativi.
Neanche a dirlo, le stime dei surplus del consumatore e del produttore sono elementi importanti per indirizzare la politica: un governo che sta valutando una modifica dell'imposta su un bene sarà interessato a chi ne sosterrà l'onere principale, in termini di surplus rinunciato, se i consumatori o i produttori, e a stimare quanto di esso cederanno all'erario (vale a dire quanto alta l'imposta può essere stabilita). Allo stesso modo, i produttori con un certo potere all’interno del mercato saranno interessati a capire il peso del surplus del consumatore nei loro mercati e se possono ricavarne valore attraverso la segmentazione del mercato e la discriminazione dei prezzi. A volte può anche succedere che dei gruppi di consumatori cerchino di esercitare il loro potere per negoziare dei prezzi più bassi con i produttori, di fatto appropriandosi di una parte del surplus del consumatore.
Altre letture
Quando una nuova tecnologia o un nuovo modello di business sconvolge un mercato di lunga data, si creano anche nuove opportunità per calcolare il surplus economico! Gli economisti Cohen, Hahn, Levitt e Metcalfe hanno collaborato con Jonathan Hall, di Uber, per stimare un surplus del consumatore di ben 2,9 miliardi di dollari statunitensi nel mercato dei trasporti in taxi durante il funzionamento del servizio UberX in 4 grandi città degli USA nel 2015. Estendendo questa stima al resto della nazione, il surplus del consumatore nel mercato dei taxi potrebbe essere arrivato a toccare in quell’anno addirittura 6,8 miliardi di dollari, ovvero 1 dollaro e 60 cent di surplus del consumatore per ogni dollaro spento su un viaggio in taxi. Per saperne di più, leggi “Using Big Data to Estimate Consumer Surplus: The Case of Uber” (National Bureau for Economic Research, Working Paper N. 22627, 2016).
Buono a sapersi
Una forma di surplus del consumatore potrebbe svilupparsi anche dopo l’acquisto di certi beni: attraverso alcuni esperimenti economici è stato dimostrato che le persone tendono ad attribuire un certo valore personale agli oggetti dopo averli ottenuti, diventando così poco disposti a scambiarli per lo stesso prezzo che hanno speso per acquistarli. In letteratura, questo è noto come “endowment effect”. Pensaci: quanto ti sarebbe difficile separarti dal tuo paio di scarpe preferito o da quella giacca speciale?
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